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Le campane di Tomba nei secoli XVII e XVIII

Per avere una campana propria, gli abitanti di Tomba dovettero attendere l'anno 1650, quando i fratelli Pontini, proprietari di una casa con un campo vicino alla chiesetta di Sant'Eligio, decisero di costruire un oratorio che venne dedicato a San Giovanni Battista. Questo piccolo oratorio ebbe il suo campanile con una campanella della quale però si è persa ogni traccia.

Nel contratto stilato dai rappresentanti della contrada con il sacerdote che veniva la domenica a celebrare la messa, leggiamo: "che non possa essere impedita a persona della ditta contrà d'andar a sonar la campana alli suoi morti". Sempre la stessa campana veniva suonata per radunare i capofamiglia della contrada.

Nel 1778 gli abitanti della contrada ottennero dal Vescovo di trasformare l'oratorio di San Giovanni in chiesa parrocchiale, previo lavori di restauro e di ampliamento. Per le campane non si badò a spese: ci si rivolse al miglior fonditore dell'epoca, Giuseppe Ruffini, per tre campane. Nel 700 le campane non venivano più intese solo come segno, ma anche come strumento musicale idoneo ad ornare le feste del Signore. 

Il concerto di campane del 1820

Negli anni 1816-1817 una spaventosa carestia dovuta ai cattivi raccolti porta i prezzi dei generi di prima necessità a livelli mai visti, è chiamato l'anno della fame. Proprio nel 1817 a Tomba viene eretto il campanile. 

Nel 1818 il raccolto fu abbondante e i prezzi quasi crollarono, ma la parrocchia non aveva i mezzi per acquistare un concerto di campane che fosse degno del nuovo campanile. Si decise perciò di domandare alle autorità di avere gratuitamente alcune campane delle chiese demaniate durante la dominazione napoleonica. Dopo un netto rifiuto delle autorità, i Tombesani decisero di fare da sé e nel 1820 commissionarono un concerto di cinque campane alla ditta Cavadini.

Il concerto del 1885

Il 4 ottobre 1885, solennità della beata Vergine del Rosario, la parrocchia di Tomba inaugura un nuovo concerto campionario di cinque campane fuse presso la fonderia Cavadini. 

Questo il concerto attuale

1. V campana (la grossa), nota RE b3, peso 1120 kg, diametro 126,6 cm. E dedicata alla beata vergine del Rosario. Porta l'iscrizione in latino En ego campana nunquam denuntio vana Luado Deum Verum Plebem voco, convoco clerum - io campana non annuncio mai cose vane. Lodo il Dio vero, chiamo il popolo, raduno il clero.

2. IV campana, nota MI b3, peso 790 kg, diametro 112,8 cm. È dedicata a San Giovanni Battista. Porta l'iscrizione in latino Vox mea vox vitae voco voi ad sacra venite - la mia voce è voce di vita: vi chiamo, venite ai sacri riti.

3. III campana, nota FA #3, peso 560 kg, diametro 100,6 cm. È dedicata a Sant'Antonio abate. Porta l'iscrizione latina Santos collaudo tornitrua fugo funera claudo - Lodo i Santi, metto in fuga i tuoni, chiudo i funerali.

4. II campana, nota SOL 3, peso 460 kg, diametro 94,1 cm. È dedicata a San Rocco. Porta l'iscrizione latina Funera plango fulgura frango sabbhata pango -

Faccio compianto ai funerali, rompo i fulmini, proclamo le feste.

5. I campana, nota LA 3, peso 330 kg, diametro 83,5 cm. È dedicata a San Luigi Gonzaga. Porta l'iscrizione latina Excito lentos dissipo ventos placo cruento - Risveglio i pigri, disperdo i venti, placo i violenti.

6. VI campana (sestina), nota SI 3, peso 230 kg, diametro 74,7 cm. Porta le iscrizioni Anno Vertente MCMXXX Parocho Aloisio Bassani  Deo Optimo Maximo et S. Aloisio Gonz.

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